Per me è difficile parlare di argomenti personali ma è bello per tutti scrivere un diario, confidarsi con se stesso (e con chi legge) e liberarsi dai pensieri che ti frullano per la testa!
Oggi voglio parlare dei sensi di colpa, sensi di colpa con cui convivo da SEMPRE. I sensi di colpa di non suonare mai abbastanza… Pochi sanno che la chitarra classica è uno strumento particolare, capriccioso e viziato. Ti regala degli attimi di infinita dolcezza e di “grande bellezza” ma non ti puoi distrarre un attimo o lasciarla in disparte che si offende e ti fa i dispetti. Questo è un concetto valido per tutti gli strumenti: quando non si studia tante ore al giorno, si perde qualcosa. Ovviamente è un discorso tutto personale, dopo anni di studio e perfezionamento, più di 100 concerti alle spalle, ancora me la cavo! Ma in una carriera come la mia, dove la chitarra non è mai stata L’UNICA, dove l’ecletticità, l’originalità e l’intraprendenza mi hanno sempre contraddistinto … i sensi di colpa di averla trascurata mi hanno sempre accompagnato.
Stranamente però, in questo frangente della vita, quando gli alunni sono quasi 200 (tra la Scuola Persichetti e i progetti musicali negli Istituti pubblici), il percorso personale si fa intenso (Matrimonio) e il futuro impegnativo … i sensi di colpa si alleggeriscono. Forse si sta disegnando il vero significato di questo percorso così diverso da quelli di tutti gli altri. Forse, spero, riuscirò a districarmi tra la Caterina-chitarrista e la Caterina-tuttoilresto con la serenità di chi ha fatto il suo dovere e con la gioia di suonare uno strumento fantastico come la chitarra.